Anomalia brasiliana: perché le astronavi falliscono in Sud America?

Ogni volta che la Stazione Spaziale Internazionale sorvola questo continente, gli astronauti ricevono “lampi” nei loro occhi.

Quando nel 2012 arrivò e attraccò alla ISS la prima nave Dragon costruita da SpaceX, allora nel resoconto di questa missione, tra l’altro, c’era un fatto curioso.

Durante il passaggio della stazione sull’Atlantico e il Sud America sul “Drago” si è verificato un guasto temporaneo nel sistema di controllo remoto, ovvero malfunzionamento delle apparecchiature di bordo. Successivamente è stato riavviato e tutto è andato di nuovo bene.


E questo non ha sorpreso l’astronautica mondiale. Sugli enormi schermi dei Mission Control Center di Korolev e Houston questa regione al di sopra della Terra è sempre evidenziata.

Gli astronauti a bordo notano che è lì che i “lampi” nei loro occhi lampeggiano più spesso. E questi “lampi” non sono altro che particelle cariche provenienti dallo spazio che passano costantemente accanto a una persona a un’altezza di 400 chilometri. In altre parole radiazioni.

Alla fine degli anni ’90, uno strumento a bordo dello space shuttle Columbia ha misurato il livello di radiazione nello spazio a un’altitudine di circa 300 chilometri.

È stato riscontrato che nell’Atlantico meridionale e in Brasile è quasi raddoppiato: 413 microsievert contro 264. È dimostrato che in quest’area dell’oceano e in una parte considerevole del Sud America anche a livello del mare il campo magnetico è debole quanto da qualche altra parte, da qualche altra parte a un’altitudine di diverse centinaia o addirittura migliaia di chilometri.

In altre parole, come nella ionosfera negli strati più alti e rarefatti della nostra atmosfera. Quindi gli operatori satellitari sono da tempo abituati a spegnere parzialmente i propri dispositivi durante i viaggi da queste parti.

E questi sono tutti sintomi dello stesso incredibile fenomeno chiamato “Anomalia magnetica del Sud Atlantico”. A volte è diviso in brasiliano e Città del Capo, ma finora quest’area è un tutt’uno. Anche se secondo gli ultimi dati, ora si sta espandendo lentamente spostandosi verso nord-ovest e allo stesso tempo spaccandosi gradualmente in due.

Questo è un difetto misterioso, un buco nella magnetosfera terrestre. Come sapete, è il campo magnetico del pianeta che trattiene e non consente alle micidiali radiazioni solari e galattiche di raggiungerci. In totale, questo “punto debole” nello scudo magnetico si estende per quasi otto milioni di chilometri quadrati.

Anomalia magnetica dell’Atlantico meridionale. Foto © Wikipedia

Gli scienziati ritengono che questa particolare anomalia sia apparsa intorno all’inizio del XIX secolo. L’analisi delle rocce antiche mostra che una tale situazione con il campo magnetico terrestre è ciclica, cioè queste fluttuazioni si verificano periodicamente da almeno molti milioni di anni.

Ci sono persino previsioni basate su questo su quanto a lungo osserveremo ancora le radiazioni sull’Atlantico meridionale: circa poche centinaia di anni.

Le cause dell’anomalia sono oggetto di numerosi studi e controversie scientifiche. Una delle versioni principali è la distribuzione irregolare della materia nelle viscere della Terra.

I geologi hanno stabilito che ci sono alcune vaste aree di roccia un po’ più densa nella parte inferiore del mantello. E solo una di queste aree si trova approssimativamente sotto il continente africano a una profondità di circa 2900 chilometri, si chiamava Provincia della Grande Africa.

Quindi gli scienziati sospettano che questo impressionante accumulo denso nel mantello vada un po’ più in profondità nel nucleo esterno della Terra. Ricorda che il nucleo esterno è lo strato liquido “superiore” circostante.

Il ferro fuso è costantemente mescolato con esso, scorre una potente corrente elettrica, da qui il campo magnetico del pianeta. Di conseguenza, l’immersione di una parte più dura interferisce in questo processo.

Quindi otteniamo un campo magnetico notevolmente più debole intorno a questa parte del mondo. E poiché la Terra ruota insieme a tutto il suo contenuto, ne osserviamo le conseguenze non solo in Africa, ma anche in Sud America.

È interessante notare che in generale negli ultimi secoli il campo magnetico terrestre si è indebolito, il che porta a considerazioni su una possibile rivoluzione dei poli magnetici.

I ricercatori stanno ipotizzando se l’anomalia sudamericana possa essere in qualche modo collegata a questo se è foriero di uno spostamento magnetico.

A proposito, quando ciò accadrà i nomi dei poli magnetici finalmente coincideranno con i nomi di quelli geografici: ora abbiamo il polo sud magnetico nell’Artico e quello nord in Antartide. Fonte 

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